Dopo i silenzi del commissario Sinkevicius, anche la presidenza croata dell’Ue sembra confermare l’intento di voler scavalcare l’unica istituzione democraticamente eletta dell’Unione, ossia il Parlamento europeo, per avere le mani libere sulle scelte importanti che riguarderanno il futuro della pesca. Mi riferisco in particolare alla proposta di regolamento sui piccoli pelagici nell’Adriatico, già votata due anni fa dal Parlamento e che prevede misure socio-economiche che potrebbero aiutare il settore.
Ebbene la Commissione, supportata dalla presidenza croata del Consiglio, entrambe espressione dello stesso partito di maggioranza, il Ppe, ha deciso di affossare il testo votato dal Parlamento ben 2 anni fa. Ho chiesto a entrambe le istituzioni di chiarire le ragioni di questa scelta, ma le risposte sono state evasive. Sta di fatto che senza questo regolamento, i pescatori dell’Adriatico si ritroveranno a pagare le conseguenze del Piano pluriennale approvato a porte chiuse a fine 2018 in sede internazionale, quella del CGPM.
Un Piano che, come denunciato dalla Lega e dagli operatori del settore, rischia di mandare in fumo centinaia di posti delle nostre marinerie. Anche in quel caso, il Parlamento era stato aggirato. E con esso, anche le istanze dei cittadini e dei pescatori che questa istituzione rappresenta. Il nuovo commissario alla Pesca Sinkevicius non segua l’esempio di chi lo ha preceduto e rispetti il ruolo del Parlamento. La Lega darà battaglia perché tutto questo cambi al più presto: la stagione delle politiche europee sbagliate e imposte dall’alto deve finire una volta per tutte.