Il premier croato Plenkovic ha ribadito che senza un coordinamento europeo, la Croazia andrà dritta nel suo progetto di accordi bilaterali per creare un corridoio turistico che parta dalla Germania e passi da Austria, Repubblica ceca, Slovacchia e Slovenia. In Spagna, anche le isole Baleari stanno lavorando a un corridoio con la Germania e lo stesso potrebbe fare a breve l’Andalusia. In questi Paesi si stanno già attuando le riaperture di spiagge e lidi, mentre i nostri balneari vivono nella totale incertezza.
Mi chiedo cos’altro aspetti il governo per muoversi: serve una battaglia forte in Europa perché si attuino regole comuni. E occorrono direttive chiare per i nostri operatori.
La Fase 2 non può trasformarsi in un far west per il turismo. Questo settore rappresenta la prima vera risposta economica alla crisi. Fallire non può essere un’opzione. La mia regione, il Veneto, rappresenta un modello nella gestione della crisi sanitaria. Non è accettabile che a livello europeo passi il messaggio che le spiagge croate o andaluse siano più sicure. Anche su questo si deve intervenire con campagne ad hoc e accordi con i Paesi Ue che evitino una concorrenza sleale basata su fake news