Ho votato contro, al pari dell’intera delegazione della Lega, a una risoluzione su turismo e trasporti del Parlamento europeo che avrebbe dovuto affrontare la crisi in corso e le prospettive di rilancio. Parliamo dei due settori più colpiti dalla pandemia, e che pertanto hanno bisogno di risposte concrete. Ma dall’Europa finora non è arrivato nulla. La risoluzione del Parlamento avrebbe potuto invertire il trend, ma a parte evidenziare alcune problematicità ed elementi condivisibili, il testo che ne è uscito è un esercizio di retorica senza soluzioni tangibili.
A peggiorare il quadro, ci sono poi delle proposte come il voler promuovere un brand Ue turistico, anziché valorizzare le specificità nazionali, o la richiesta di un certificato di sostenibilità turistica e di certificati-sigilli europei per la sicurezza dei viaggi, senza che siano chiari i criteri e i meccanismi su cui si baserebbero. Avevamo provato a migliorare il testo, spingendo per un focus sulle imprese, sui lavoratori, sui consumatori e sulla necessità di misure economiche e di sostegno alle diverse parti dell’indotto. Ma nulla.
Inoltre, il Parlamento europeo, con i voti del Pd e del M5s, ha detto no al nostro emendamento alla risoluzione comune per il settore del turismo costiero con cui si chiedevamo l’esclusione delle concessioni balneari dalla direttiva Servizi, la famigerata “Bolkestein”. Insomma, dall’Europa, e grazie anche alle forze di governo italiane, è arrivato un altro schiaffo al nostro turismo.