Riguarda anche l’Europa l’emergenza rappresentata dalla diffusione del granchio blu nelle acque del mar Adriatico. Si tratta dell’invasione di una specie non autoctona che sta danneggiando gravemente l’intero ecosistema lagunare veneto, e non solo, a causa della sua riproduzione rapida e incontrollata. Gli effetti impattano negativamente la biodiversità e creano preoccupanti squilibri sulle specie indigene, mettendo a rischio di estinzione anche le nostre “moeche”.
Tale fenomeno, purtroppo, non è isolato e dipende dagli effetti del cambiamento climatico di cui l’Ue deve farsi carico. Ecco perché, raccogliendo l’allarme lanciato dalle categorie del settore e già oggetto di un intervento in Consiglio regionale, ho inviato un’interrogazione alla Commissione europea affinché affronti la problematica delle specie non autoctone nel Mar Mediterraneo e tenga conto degli effetti di tale predatore sugli stock soggetti a valutazioni scientifiche e contingenti di cattura e sulla pesca. Si tratta di tematiche che da tempo sto portando avanti a Bruxelles, dove ho già presentato una proposta per impegnare l’Ue sulle conseguenze dei cambiamenti climatici sulla pesca