Quello dei pescatori di Chioggia è un grido d’allarme a cui l’Europa deve dare delle risposte. Il rincaro dei prezzi dei carburanti sta rendendo ancora più acuta la crisi del settore che si trascina da tempo. Ricordo che la pesca è il settore dell’Ue che paga in media più imposte sull’energia dopo il trasporto su strada, come ha evidenziato un recente studio della stessa Commissione europea. E Bruxelles che cosa fa? Da un lato propone una strategia, Fit for 55, che di fatto rischia di far aumentare ancora di più i prezzi per i pescatori. Dall’altro, porta avanti una doppia tenaglia, quella del Regolamento controlli e dell’atto delegato sul Feampa, che avrebbe l’effetto di escludere dai fondi Ue anche quei pescatori che commettono infrazioni di lieve entità, spesso dovute a meri errori burocratici. Si aggiungano a tutto ciò le misure restrittive in sede Cgpm che la Commissione continua ad avvallare aggirando il Parlamento europeo, e il quadro a tinte fosche per il settore è completo. Ecco perché sono al fianco dei pescatori di Chioggia: il loro grido è quello di tutti i pescatori italiani. Io e i miei colleghi della Lega faremo di tutto per farlo ascoltare a Bruxelles. E ottenere aiuti, non ulteriori balzelli e sanzioni.