Lo status quo ha vinto ancora una volta: il nuovo regolamento Ue sulla gestione pluriennale del tonno rosso è un passo indietro per la nostra piccola pesca, e mantiene in vigore i diritti storici. Stando alla posizione espressa nel 2020 dal Parlamento europeo e all’accordo raggiunto all’epoca con Commissione e Stati membri, i Paesi Ue avrebbero dovuto destinare in via obbligatoria una percentuale di quote alla pesca artigianale, anche a chi non ne aveva mai beneficiato prima. Tali quote, infatti, sono da sempre appannaggio di un ristrettissimo numero di imprese, un oligopolio di fatto da cui i pescatori dell’Adriatico sono esclusi. Prima il Consiglio Ue, e oggi l’Eurocamera hanno bloccato questa apertura, togliendo l’obbligo, e lasciando carta bianca ai governi nazionali. È vero che il nuovo regolamento allarga le quote anche alla pesca artigianale, ma solo ai pescatori già autorizzati. Ecco perché noi della Lega ci siamo sempre opposti, unica forza politica italiana a farlo. Si tratta di un’altra occasione persa per un comparto, quello delle marinerie dell’Adriatico, che avrebbe potuto compensare i danni causati dall’invasione del granchio blu, solo per citare l’ultima delle criticità.