L’invasione del granchio blu che ha colpito le regioni dell’Adriatico, in particolare Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, devastando allevamenti di molluschi e danneggiando più di 4000 operatori ittici, va affrontata con soluzioni lungimiranti e politiche mirate, avvalendosi di supporto scientifico e di attrezzi e strumenti efficaci che ne consentano il contenimento. Inoltre, occorre promuovere uso e consumo sicuri. È quanto chiedo alla Commissione europea in un’interrogazione urgente che ho inviato oggi. Per far fronte ai danni economici provocati dal granchio blu, le mancette non bastano. Già nel 2021, sempre a seguito di una mia interrogazione, Bruxelles aveva individuato le risorse Ue che possono essere messe in campo a sostegno dei nostri pescatori: il Feampa, il programma per l’ambiente e l’azione per il clima, e i fondi della politica di coesione. Si è perso troppo tempo da allora: occorre subito mobilitare queste risorse per salvaguardare le produzioni, altrimenti i danni saranno incontenibili e si riverseranno anche su altri settori, a partire da quello turistico. Da capogruppo di Identità e democrazia in commissione Pesca, continuerò a tenere alta l’attenzione a Bruxelles sul granchio blu attraverso l’interlocuzione continua che ho avviato con la Commissione e le azioni in Parlamento. Siamo dinanzi a un’emergenza che è diventata anche ambientale, perché la grande biodiversità del nostro Adriatico è messa a repentaglio. Per questo l’ambientalista Commissione europea dovrebbe avere tutto l’interesse ad affrontare il problema e supportare la nostra pesca.