La Commissione europea ha annunciato il via libera al riconoscimento dell’indicazione geografica protetta del vino croato Prosek. Lo ha fatto rispondendo a una interrogazione che ho firmato insieme ad altri eurodeputati italiani, e che ha fatto seguito a una lettera che la delegazione della Lega al Parlamento europeo aveva inviato a inizio luglio. Siamo di fronte a un gravissimo colpo a uno dei pilastri del nostro made in Italy nel mondo, il Prosecco. Per quanto Bruxelles si ostini a dire il contrario, è palese come il riconoscimento del Prosek croato, da un lato, costituisca una grave forma di concorrenza sleale al nostro vino, e dall’altro metta in discussione il meccanismo di tutela dei prodotti Dop e Igp.
Ricordo alla Commissione che il Prosecco, in quanto Dop dell’Ue, dovrebbe essere protetto dalla stessa Ue, e non il contrario: la Denominazione del Prosecco, al contrario del prodotto croato, lega inscindibilmente il suo nome a quello di un territorio ben definito e di grande valore. Persino l’Unesco l’ha riconosciuto, iscrivendo le colline del Prosecco nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Bruxelles, invece, sembra dimenticare tutto questo, e ha annunciato che la richiesta della Croazia è stata accolta e si procederà con la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale. Adesso, abbiamo due mesi di tempo per fare pressioni a livello europeo per bloccare questa scellerata decisione. L’Italia faccia sistema per fermarla. Non ne va solo del Prosecco, ma del nostro patrimonio alimentare, economico e culturale