L’emergenza Granchio blu è tutt’altro che alle spalle. I danni per il settore della pesca e dell’acquacoltura, in tutte le lagune del Delta del Po, proseguono, con una perdita di reddito pressoché totale per le circa 3.500 imprese del comparto e con inevitabili e pesanti ricadute sull’indotto. C’è il rischio di fermare la produzione di vongole per i prossimi due anni. Dinanzi a tutto ciò, le misure messe in atto finora non bastano, e il dibattito su stato di emergenza o stato di calamità è fine a se stesso. Servono misure immediate e straordinarie. È necessario un ddl ad hoc per permettere ai pescatori di pagare i mutui e le spese ordinarie. E serve un commissario straordinario che si occupi dell’emergenza nel quadro di un approccio interministeriale tra i ministeri dell’Agricoltura, dell’Ambiente e della Protezione civile.
Non c’è tempo da perdere, e non possiamo certo attendere le risposte del mondo scientifico, della Commissione Ue e della Cgpm per il contenimento del problema. Come spiegato dal commissario Ue all’Ambiente nella sua risposta a una mia interrogazione, Bruxelles pubblicherà delle raccomandazioni sul granchio blu solo nel 2025. Continuerò a lavorare in Europa per eliminare tutti i possibili ostacoli e gestire al meglio la situazione in futuro, una volta individuate le possibili soluzioni. Ma, ripeto, oggi dobbiamo pensare all’emergenza e a dare indennizzi immediati e fruibili alle nostre imprese.