Dopo le rivelazioni stampa del pre-contratto tra la Commissione Ue e la tedesca CureVac, oggi quelle sull’accordo con Pfizer gettano nuove ombre sull’operato di Bruxelles sui vaccini. Stando alle carte in mano al governo italiano, che dice di essere stato finora all’oscuro di tutto, Pfizer avrebbe prima ottenuto sostanziosi fondi europei, e italiani, per sviluppare il vaccino dell’altra casa farmaceutica tedesca BioNTech, e poi lo avrebbe commercializzato sulla base di un contratto che la protegge di fatto da qualsiasi responsabilità. Tra le clausole, infatti, c’è quella che sancisce che, in caso di inadempienze, le penali non scattano in maniera automatica: prima l’azienda ha il diritto di proporre un rimborso, o la cessazione del contratto, e solo dopo scatta la penale. In pratica, la denuncia del governo italiano è morta sul nascere.
La verità è che, grazie agli accordi capestro siglati da Bruxelles, Pzifer può permettersi di venir meno ai suoi impegni sulla distribuzione dei vaccini (anche scegliendo unilateralmente come distribuire le dosi tra le regioni italiane), e magari vendere a prezzi più alti ad altri Paesi le scorte non consegnate all’Ue. I media hanno pure confermato l’esistenza di quel contratto parallelo tra Germania e Pfizer-BioNTech che la Lega aveva denunciato nelle settimane scorse e che garantisce a Berlino una fornitura aggiuntiva di 30 milioni di dosi in barba alla distribuzione equa dei vaccini all’interno dell’Ue. Bruxelles, in altre parole, si sarebbe piegata alle case farmaceutiche, nonostante l’uso massiccio di fondi pubblici.
E adesso a pagarne le conseguenze sono le centinaia di migliaia di persone che rischiano di non essere vaccinate nei tempi previsti dai contratti. Una vergogna su cui occorre far luce immediata