Non siamo riusciti a fermare del tutto l’onda verde come abbiamo fatto per il Regolamento sui pesticidi, ma lo scenario peggiore per le nostre imprese è stato evitato. Il testo approvato dal Parlamento europeo sul regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti d’imballaggio, infatti, è sicuramente un passo avanti rispetto alla follia ideologica di partenza, ossia la proposta originaria della Commissione Ue sostenuta da sinistra e verdi. Siamo riusciti a reintrodurre la deroga dai target di riuso e da alcune restrizioni a certi tipi di imballaggio per quei Paesi che raggiungono l’85% di tasso di riciclo, un target alla portata dell’Italia, che già nel 2021 aveva raggiunto oltre il 73%. Questo ci consentirà di continuare con il nostro sistema, ed è un riconoscimento degli sforzi e degli investimenti fatti dalle nostre imprese per la sostenibilità. Sono state ridimensionate anche le restrizioni a certi tipi di imballaggi, eliminando per esempio il divieto per il monouso sotto gli 1,5 kg per frutta e verdura, per l’Horeca e per per le monodosi dei condimenti. E infine abbiamo escluso il vino, il vino spumante e le bevande spiritose dagli obiettivi di riuso, i quali avrebbero comportato costi e impatti ambientali maggiori per via dell’aumento dell’uso di acqua ed energia per igienizzare le bottiglie. Si tratta di emendamenti che riprendono anche quanto da me proposto in commissione Agri, e per questo sono soddisfatta. Tuttavia è una soddisfazione a metà: anche con questi miglioramenti, il regolamento comporterà più oneri per le aziende e i cittadini. Ora la palla passa ai negoziati con il Consiglio, dove sicuramente il governo farà la sua parte per proteggere le oltre 700 mila imprese italiane messe a rischio da questa ennesima eurofollia