Sono stata tra i primi a denunciare il corridoio che l’Austria ha cercato di costruire in queste settimane per accaparrarsi insieme alla Croazia una buona fetta dei turisti del Nord Europa, in particolare della Germania, a scapito dell’Italia e del Veneto. Vienna e Zagabria hanno cercato di sfruttare il coronavirus per alzare un muro con il nostro Paese, chiudendo il confine al di là di ogni ragionevole necessità di cautela, e proponendo una sorta di pacchetto turistico last minute mare-monti. Un pacchetto che, con tutto il rispetto, difficilmente può competere con la nostra offerta variegata di arte, paesaggio e cultura.
Per fortuna, questa concorrenza sleale (e odiosa, visto anche il momento) si è conclusa oggi: l’Austria ha annunciato che dal 16 giugno riaprirà il confine con l’Italia. La battaglia portata avanti inizialmente quasi in solitaria da me e dai miei colleghi della Lega (oltre chiaramente agli operatori del settore) ha dato i suoi frutti. Adesso dobbiamo rimboccarci le maniche: da figlia di albergatori veneti, so che ci faremo trovare pronti e assicureremo agli ospiti soggiorni sicuri e piacevoli.
Per il turismo sarà un’estate della resilienza. I colpi subiti sono stati profondi, la crisi epocale: nessun settore economico in Europa ha patito perdite più pesanti. Ma ho fiducia che sapremo ripartire proprio dal turismo. Come ha detto il segretario generale dell’Onu, il turismo può essere una piattaforma per superare la pandemia e promuovere fiducia e solidarietà.
Mi impegnerò con tutte le mie forze, dal Veneto a Bruxelles, per fare in modo che questo avvenga.