Le misure imposte dall’Unione europea sui limiti a catture e giornate di pesca nel mar Adriatico e nel Mediterraneo occidentale, come il taglio del 10% delle giornate in mare dei pescatori a strascico a partire dal primo gennaio 2020, rischia di ridurre del 40% la produzione ittica nazionale. In questo modo, apriamo defintivamente la porta all’invasione di pesce extra-Ue, catturato in condizioni spesso di sovrasfruttamento e con mezzi altamente inquinamenti.
Altro che lotta per l’ambiente.
È ora di dire basta a una politica europea che dipinge e tratta i nostri pescatori come il male assoluto, chiudendo più di un occhio su quanto c’è dietro il pesce che importiamo, anche da altre zone dello stesso Mediterraneo. Purtroppo, le regole per il 2020 non si potranno cambiare in corsa, ma occorre lavorare in sede Ue e sui tavoli internazionali per fare in modo che gli scambi commerciali nel settore ittico siano improntati al rispetto di standard comuni. E occorre fin da subito che la Commissione introduca sostegni adeguati al reddito dei nostri pescatori.