Il raddoppio delle giornate di fermo tecnico decretato dalla Direzione pesca del ministero dell’Agricoltura è frutto di un paradigma sbagliato che l’Europa continua a perseguire, quello per cui l’ambiente marino va tutelato colpendo i pescatori. Questo paradigma va ribaltato, perché è vero semmai il contrario: i nostri pescatori sono vittime dei cambiamenti climatici, e pertanto vanno tutelati con misure socio-economiche ad hoc. E’ in estrema sintesi il concetto che fa da fulcro al mio report d’iniziativa del Parlamento europeo sulle conseguenze dell’aumento della temperatura delle acque marine per gli stock ittici e per la pesca. Un report che è stato apprezzato anche dagli altri gruppi parlamentari e dalla Commissione Ue, e in cui si afferma chiaramente che la pesca, in particolare quella artigianale, rappresenta una soluzione al problema, e non parte di esso. Sono felice che anche il Medac stia preparando un parere su cambiamento climatico e effetti sulla pesca. Segno che la strada che abbiamo intrapreso a Bruxelles è quella giusta. Il mio invito al Medac è di fare fronte comune per ribaltare stereotipi che non solo colpiscono i nostri pescatori, ma non servono neanche a tutelare adeguatamente i nostri ecosistemi.