Il turismo, nonostante sia il settore economico più colpito dalla crisi del coronavirus, non avrà una linea di bilancio Ue specifica per la ripresa. Lo ha confermato il commissario europeo al Turismo, Therry Breton, rispondendo a una interrogazione dell’eurodeputata della Lega, Rosanna Conte. Per Bruxelles, ‘saranno gli Stati membri a decidere le priorità per la ripresa e le esigenze di investimento’. In altre parole la Commissione europea se ne lava le mani ed elenca una serie di fondi già esistenti cui le imprese turistiche potrebbero accedere come se la problematica di milioni di europei che vivono di turismo si riducesse a questo. Il problema è che serve un piano ad hoc da parte dell’Ue per rilanciare il settore, con misure specifiche e risorse adeguate per affrontarle.
Lo stesso Breton, a fine maggio, aveva preannunciato un piano per il turismo con addirittura ben il 20% dei fondi del piano di ripresa della Commissione, il Next Generation EU, destinati al settore. Oggi, la risposta del commissario conferma quanto temevamo: da Bruxelles arrivano solo promesse da marinaio. All’assenza dell’Europa si aggiunge purtroppo quella del governo italiano. Solo il Veneto che registra a oggi un calo di oltre 3 milioni di presenze, nonché una contrazione della spesa turistica pari a circa 955 milioni di euro. Senza una ripresa del turismo non potrà esservi una ripartenza dell’economia. Lasciare soli imprenditori e lavoratori del settore significa condannare il Paese alla recessione.
Bruxelles afferma che il compito di sostenere i nostri operatori turistici spetta ai singoli Stati membri. Ebbene, il governo si dia una svegliata e risponda alle istanze del settore.